Due nuovi strumenti per rendere più efficiente In Toscana la pratica dell’amministrazione condivisa. Protagonisti gli enti pubblici e il Terso Settore che ultimamente hanno condiviso le responsabilità del programmare, progettare e dell’azione congiunta a favore delle loro comunità.
In poche parole si tratta di un Sussidiario, come molti di noi hanno avuto alle elementari, e di un sito internet (https://amministrazionecondivisatoscana.it/) che consentirà una collaborazione più fluida tra i soggetti del Terzo Settore e la PA.
Il sito internet inoltre consentirà a tutti i soggetti interessati di rimanere aggiornati in maniera reciproca su attività progetti, buone pratiche e anche dal punto di vista normativo.
Per quanto riguarda il Sussidiario è il frutto del firma di un protocollo del 2022 firmato da Regione Toscana, Anci Toscana, Cesvot e Forum del Terzo settore della Toscana,
L’accordo impegna tutti i partecipanti,ognuno per il loro settore di competenza, a collaborare per promuovere la cultura e la pratica dell’amministrazione condivisa tra Enti Pubblici e Enti del Terzo Settore.
“Il codice del Terzo Settore e la nostra legge regionale del 2020 – ha detto Serena Spinelli, assessora al sociale della Regione Toscana – hanno aperto la strada a una nuova modalità nei rapporti tra la pubblica amministrazione e il terzo settore. Gli strumenti dell’amministrazione condivisa permettono di uscire da una logica in cui i servizi vengono soltanto appaltati e affidati al terzo settore, per entrare in una prospettiva dove sono programmati e progettati insieme”
L’obbiettivo di questi nuovi strumenti è quello di mettere ancora di più al centro delle attività i diritti dei cittadini, i loro bisogni e aspirazioni con azioni di co-programmazione e co-progettazione.
Due azioni che permetteranno di offrire migliori servizi risparmiando risorse. Da un certo punto di vista si tratta di una rivoluzione culturale, perché non ci saranno più controparti, il terzo settore che domanda servizi e la PA che definisce gli interventi. Con questa nuova modalità le due parti saranno alleati, partner e realizzeranno insieme gli interventi necessari.
Tutto il processo avverrà in coerenza con la riforma del Terzo Settore e l’entrata in vigore del registro unico del terzo settore (RUNTS).
Il Sussidiario nasce proprio per accompagnare l’applicazione degli istituti della co-programmazione e co-progettazione e contribuire così alla trasformazione degli orientamenti legislativi in prassi di lavoro consolidate
“Questa sinergia rappresenta una grande opportunità – continua l’assessore regionale Spinelli– per realizzare progetti e servizi migliori, più innovativi e più vicini ai bisogni espressi dai territori e, mantenendo comunque il ruolo di programmazione e controllo del soggetto pubblico, valorizzare al meglio le sensibilità e le competenze del terzo settore, che per la Toscana rappresentano un patrimonio di inestimabile valore”
All’Assessore regionale Spinelli fa eco il direttore di Anci Toscana Simone Gheri che afferma: “in questo importante percorso gli enti locali rappresentano il motore per una effettiva valorizzazione delle energie diffuse e per la promozione di nuove forme di protagonismo del terzo settore. Questo richiede un’amministrazione pubblica competente, capace di immaginare il futuro del proprio territorio ed esprimere scelte strategiche consapevoli”.
Per il Presidente del Cesvot Luigi Paccosi, “l’amministrazione condivisa svolga un ruolo fondamentale nel contesto del volontariato, in quanto offre agli enti del terzo settore, e ai propri volontari, l’opportunità di contribuire alla pianificazione e progettazione delle politiche di sviluppo del territorio, sentendosi parte integrante del processo decisionale”.
Positivo anche il feedback dal Forum del Terzo Settore che attraverso il suo portavoce Gianluca Mengozzi settore Toscana afferma “questo è uno strumento ottimo molto voluto, molto cercato, che crea le condizioni per un’amministrazione condivisa partecipata, orizzontale, collaborativa. E’ frutto di uno sforzo gigantesco, che crea le condizioni perché davvero ci sia un cambio di paradigma. Si apre uno scenario nuovo, dove l’interesse della comunità è perseguito in maniera collettiva, mettendosi a sedere tutti insieme a tavoli partecipativi”.